Ma tu, sei una serie TV?

Ma tu, sei una serie TV?

In questo articolo ti parlo di come dovresti buttare via tutto quello che stai “assimilando” per la tua comunicazione e di come dovresti diventare una serie TV. Si, hai capito bene, tu sei una serie TV?

L’ordinaria follia del 2020

Sai che ultimamente quando sento la parola “business” unita alla parola “marketing” sento una specie di brivido di ribrezzo paragonabile solo a sentire l’odore dei cavoli al vapore? Il motivo è semplice. Il delirio tipico del nostro pianeta quest’anno ha raggiunto un picco senza precedenti, ma non solo perchè la nostra attenzione si è magicamente spostata sul fronte “sopravvivenza” facilmente associabile ad una pandemia globale. Il problema è che siamo giunti alla sublimazione, alla vetta infinitamente vasta del magico mondo del DIRE NULLA. 


Si dai, se sei qui è perchè l’hai notato anche tu. 

Piccolo memorandum? Dimmi degli ultimi 20 post (o video, o libri, o contenuti di ogni genere) quale di questi ti ha lasciato un’informazione chiara, differente dalla massa, che ha un inizio e una fine, che ti “lascia” qualcosa. No, nulla, se non pochissime eccezioni. 

Siamo dentro ad un esercito di “condivisori” di contenuti che oltre a non esprimere mai un parere forte e chiaro si limitano a tifare per le piccole squadrette che soprattutto nel mondo dei social portano gli stemmi degli influencer di turno, senza mai giocare una partita anche loro.

La cosa pericolosa è che questa tendenza oggi la vedi dal video creator che copia format altrui all’influencer su Instagram che rielabora il contenuto della sua versione più famosa fino al giornalista che diventa un raccoglitore di frasi e concetti il più neutro possibile, così che non vai ad intaccare le Nmila categorie che possono sentirsi offese o discriminate ogni qualvolta crei qualcosa. 

Attenzione però: rimanere qui a giocare al gioco del lamento senza darci da fare per creare noi qualcosa di fuori dall’ordinario sarebbe esattamente quello che incarna l’inutile alla perfezione, quindi andiamo a pensare a dove trarre ispirazione per creare qualcosa che agli altri possa lasciare un segno deciso. 

Che tu sia un imprenditore/trice che sta lanciando il suo business, che tu sia un creator nel campo video/fotografico, che tu viva scrivendo contenuti di vario genere, hai un solo posto dove oggi devi andare ad ispirarti, e tieniti forte perchè non parliamo di corsi di business, podcast e libri di guru della coltivazione di melograno islandese, oh no, parliamo del top della creazione di contenuti, che in un anno come quello in cui scrivo è riuscito a sopravvivere al funerale della più interessante industria al mondo: le serie TV. 


Si, butta via tutto il resto e lascia che ti accompagni a capire perchè.


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Le serie TV, il vero fulcro della narrazione moderna. E poi tu, il fulcro di che?

Ma smettila, guarda che ti vedo mentre leggi queste frasi che sei li con il tuo broncetto e la smorfia tipica di chi pensa che sta leggendo una sciocchezza, che tu “hai fatto le specializzazioni!” e tutte quelle belle cose che interessano solo al tuo profilo LinkedIn. Porta pazienza, leggi qui e poi ne parliamo.

Serie TV, dicevamo. Spero che almeno tu sappia di cosa sto parlando, ovvero prodotti dalla qualità elevatissima ma talmente lunghi dal farne una suddivisione per episodi e talvolta anche stagioni intere. Prendo due esempi che mi stanno a cuore, la serie Netflix “The Last Dance”, docu-serie dallo stampo decisamente cinematografico dedicata all’ultimo anno (1998) dei leggendari giocatori di basket dei Chicago Bulls e la serie Amazon Prime “The Marvelous Mrs. Maisel”, pluripremiata storia di una ragazza degli anni ’50 e del suo scoprire la sua vocazione nel voler fare la comica. 

Hai notato? In una frase ti ho citato di cosa parlano due contenuti molto amati dal pubblico, e potrei sommergerti con citazioni, riferimenti e dettagli di entrambe le produzioni, e sai perchè? Perchè raccontano qualcosa in maniera spettacolare. Spezzettiamoli per capirlo. 

1. Identità forte al primo sguardo.

Queste due serie sono create come se fossero delle professionalissime immagini coordinate: loghi riconoscibili, look dei personaggi e ambientazioni che rimangono indelebili nell’occhio dello spettatore (basta pensare al salotto dove viene intervistato Jordan o al palco dove Midge Maisel si esibisce), slang e frasi che ogni tanto ritornano e suonano famigliari, così come il carattere dei protagonisti e i loro punti di forza/debolezza. Tutto è esposto, perchè se vuoi essere al centro della storia non c’è dettaglio che è irrilevante. È uno show, quindi bisogna mostrare, chiaro no?

2. Ci si gode il viaggio innanzitutto.

Lo sai sin dalla prima puntata dove si andrà a parare, anche se non sai di cosa si sta parlando: I Bulls vinceranno il titolo (o forse no?) e Mrs. Maisel diventerà la miglior comica al mondo (o forse no?). Ma che importa? Tu vuoi capire tutto quello che accade nel frattempo, quando i pronostici sono negativi, quando si parte da zero, quando non sai come si arriva ad un obiettivo, e vuoi che chi ti racconta quella storia non ti tratti come un ospite che viene a cena una volta all’anno, che deve vedere solo il servizio di piatti buoni e mangiare le ricette impossibili, vuoi essere trattato come uno di casa, presente anche durante le litigate in famiglia (infatti non a caso sono tra i momenti migliori di entrambe le produzioni). 

3. L’obiettivo è il contenuto, l’empatia il fine. 

Ho sempre avuto un’idea precisa sui contenuti: sono tali quando creano un solco dentro di te, una netta separazione tra prima e dopo che li hai fruiti. Questo perchè in un mondo enorme di parole scritte, immagini ferme o in movimento, suoni di ogni tipo, non posso dire che tutto sia contenuto. Lo è quello che profondamente ti colpisce, che ha attinenza con quello che stai cercando, che completa in qualche maniera la persona che stai costruendo. E questo meccanismo è particolarmente presente in una narrazione di alta qualità come una serie TV. Tornando ai nostri due cari esempi, dopo la visione puoi citarmi quanto sia un momento stressante quello della negoziazione di un contratto (The Last Dance) o come i temi dell’emancipazione femminile e del razzismo in generale fossero a un livello assurdo non troppi anni fa (Mrs. Maisel). E tutto questo non lo “impari” solo tramite come vengono trasmesse le informazioni, il media è un contorno, tu lo impari mentre uno dei personaggi si scontra con i suoi limiti, con gli ostacoli del suo percorso e mentre apprende come modificare il suo modo di essere. Questo perchè stabilisci un’empatia enorme con i personaggi, tu stai facendo quel viaggio insieme a loro!

4. Al termine, sei dentro il processo

Quando una serie che ti ha tenuto incollato allo schermo finisce, che sia del tutto o per una stagione, capisci realmente cosa ti ha lasciato di importante. Vuoi saperne di più? Vorresti vedere altro di quei personaggi, stare con loro, sentirli parlare, vederli misurarsi con nuove sfide? Ecco, significa che quella storia fa decisamente parte della tua cultura, hai trovato qualcosa che poteva essere utile alla tua persona, o che ha anche solo toccato qualche tuo sentimento, e ora è dentro la tua memoria. E ogni volta che chi ha prodotto lo show ti farà vedere 10 secondi di quella scena che ti ha fatto morire dal ridere, ogni volta che vedrai scritta una frase iconica dello show, ogni volta che troverai un video con un “dietro le quinte” di una parte importante di quanto hai visto, non ci penserai due volte a cliccare da qualche parte per lasciare un segnale della tua presenza, perché sei irrimediabilmente legato.

Ed è questo il punto. Tu sei una serie TV? The Last Dance è il fulcro della narrazione di un gesto sportivo eroico e dei suoi protagonisti, The Marvelous Mrs. Maisel è il fulcro della narrazione di una donna che trova la propria strada al di fuori del tracciato culturale degli anni ’50. Ma tu, io, siamo fulcro di che? 

Andiamo al punto.


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La tua metamorfosi: da vetrina a serie TV

Lo so a cosa pensi: ma cosa potrò mai avere a che fare io, che magari ho la mia attività di porta-brugole in cuoio, con serie TV che hanno vinto premi e sono viste da milioni di spettatori? Mica la mia è una storia interessante, mica quello che faccio merita questo risalto…

È li che fai un errore madornale, ed è lo stesso che faccio spesso pure io. Da che mondo è mondo quello che un essere umano crea non si ferma mai alla creazione stessa. Guarda la storia che viene raccontata dietro ad ogni dipinto in una galleria d’arte, guarda perchè dietro ad una ricetta nuova si dice che è stata realizzata dallo chef…..(es. l’uovo alla Cracco), guarda quanta enfasi quando senti una sinfonia di Beethoven sapendo che era sordo. 

Questo perchè l’opera è nulla senza chi l’ha creata, senza la sua storia, senza dettagli sulla persona/e che ci hanno messo mani, testa e cuore nel creare quel qualcosa. E vale anche per te. 

Così come una buona serie TV, come quelle due che ti ho preso ad esempio ma anche tante tante altre, anche tu devi muoverti verso i principi che rendono quei prodotti irresistibili se vuoi farti spazio nell’oceano della comunicazione. 

Quindi ecco cosa puoi felicemente rubacchiare per creare la tua comunicazione sulla scia di una bella serie:

A. Identificati chiaramente.

“Ma si, inizio così e poi vedremo” è un modo pessimo per dare il via ad un progetto. Fermati: come lo chiamerai? Per quali dettagli vuoi che sia ricordato? Quali saranno i segni distintivi? Sei in grado di capirlo da solo o hai bisogno di un professionista che ti aiuti a comprenderlo? (COFF COFF).

Una forte identità, da quello che si vede come loghi, colori e stile fino a quello che si percepisce come stati d’animo, stile di comunicazione e metodo sono lo scheletro di qualsiasi cosa. Nel tempo avranno magari delle modifiche, ma devi partire con quanta più chiarezza mentale serve, proprio come se stessi ideando una serie TV e dovessi filmare la prima puntata per fartela finanziare da una grande casa di distribuzione. 

B. Scrivi il tuo viaggio. Seguilo. 

Si, gli obiettivi non scritti si chiamano solo sogni, anche nella comunicazione di te. Qual’è il percorso che vuoi fare nella tua attività/professione/passione/hobby? Sii chiaro/a nei tuoi intenti, la comunicazione non è un passatempo, soprattutto se fatto a livello professionale. Qui non si parla di arroganza o mancanza di umiltà, ma agli occhi di chi segue ciò che comunichi è fondamentale capire con chi hanno a che fare e cosa vedranno da te ogni volta che ti “incontreranno”. Spesso e volentieri ci ricordiamo che ad oggi ogni singola persona/organizzazione ha la valenza di un media, quindi se non vogliamo solo essere spettatori dobbiamo essere limpidi sul percorso che chi ci fruisce vedrà.

C. Chi parla solo del suo lavoro, non sa nulla del suo lavoro.

In realtà questa frase era stata applicata al calcio da parte del buon Josè Mourinho, ma la solfa non cambia: cerca di non essere noiosamente legato solo al tuo lavoro/hobby/attività. Alla gente piace conoscere anche qualcosa di te, quindi sii equilibrato a far vedere quello che fai (e ci mancherebbe) unito però al tuo personalissimo punto di vista. E, sia chiaro, se sei un ristoratore da 4 stelle michelin, non è un peccato capitale far vedere che sei un appassionato di Holly e Benji, suvvia. 

Cerca di mantenere un punto di vista elastico, proprio come quando in una serie TV ci sono alcuni pezzi di puntate più leggeri e anche divaganti rispetto al tema principale. Cercando di essere più aperto, rendi anche la tua persona interessante, dando agli altri la possibilità di conoscere qualcosa in più su di te, che male non fa mai. 



D. Aspettativa, questa sconosciuta.

Chi guarderebbe mai una storia ripetitiva e noiosa o in cui il/la protagonista passa il tempo a fare delle reclame pubblicitarie mascherate da contenuto di qualche genere? Ti immagini che tristezza se chi ti segue aprisse la tua pagina o il tuo ultimo aggiornamento e sapesse già di cosa andrai a comunicare oggi? Gioca nel campo del colpo di scena, sii del tutto imprevedibile, inserisci nuove trame e interessi alla storia che devi raccontare, è quella la base dell’essere avvincenti.

E qui mi immagino già aziende di alto livello che coinvolgono il loro più nuovo dipendente in una scelta aziendale importante e documenta tutto, immagino un ristorante stellato che per un giorno fa un menu completamente fast food con prodotti di alta qualità, mi immagino una sarta di abiti classici creare il vestito di un supereroe con uno stile vittoriano, mi immagino uno youtuber scrivere una lettera a mano ad alcuni suoi iscritti e documentare il tutto. Oh, quante cose posso immaginare io, figuriamoci tu!


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Cosa accadrà nella tua storia? 

Nemmeno tu lo sai, forse aprirai un blog, forse racconterai quello che fai in un libro o forse ti piace parlarne in un podcast, ma ricorda che quelli sono solo dei mezzi a cui aggiungere la tua persona e la tua storia. 

Sarà sempre più saggio aggiungere multipli mezzi ad una storia potente che viceversa. 

Se posso darti un consiglio, se l’aver letto questi consigli ti ha solo confuso le idee, fai solo una cosa: fermati e riordina. Non pubblicare nulla, non scrivere niente di cui non capisci nemmeno tu l’utilità. 

Prendi carta e penna, cha hanno sempre il loro fascino, e scrivi il primo episodio della tua prima stagione: trama, cast, percorso e modi per raccontarlo. 

E divertiti, si parla di comunicazione, non di una pena capitale. Guardati qualche serie nel mentre, soprattutto quelle che niente hanno a che vedere con le tue passioni, ti daranno un sacco di spunti. 

E quando tutto avrà raggiunto un suo ordine, o qualcosa di simile, inizia. E non fermarti, sapendo che anche se pochi, dei veri estimatori chiederanno sempre una puntata in più, ne parleranno con i loro amici e vorranno seguire quello che hai da dire. 

E, piccolo post scriptum, mettila nel cestino la ricerca di fama, quella è la cosa più inutile mai concepita. 

Cerca solo qualcuno che sia interessato a ciò che hai da dire. 

Se hai bisogno di qualche consiglio su quello che stai cercando di creare, beh, eccomi, è gratis parlare. 






Sull’autore del contenuto: Grazie per aver letto questo articolo! Sono Michea Savino, mi occupo di scrittura e produzione di contenuti rilevanti per persone, aziende ed organizzazioni. Se vuoi conoscere qualcosa in più su di me clicca pure qui.

Designer, founder of the Digital company Ex Design Studio.