L’AI oggi e l’importanza di essere Christopher Walken

L’AI oggi e l’importanza di essere Christopher Walken

TL;DR

L’Intelligenza Artificiale è qui, e come ogni grande innovazione della storia troviamo schiere di adepti che ne vedono la soluzione ad ogni male e spocchiosi osservatori che gridano all’eresia. Qui un umile, equilibrato, pieno d’amore punto di vista e su quanto Christopher Walken sia fondamentale in tutto questo…ok ci arrivo.

Ma a che serve l’AI alla fine?

Te lo dico, per me è stato naturale gridare al miracolo nei mesi scorsi quando ho iniziato a vedere le meraviglie realizzate da aziende come OpenAI (ancora tu, Elon?) nel campo dell’intelligenza artificiale.

Andiamo a spiegarci bene: tante, ma tante delle cose che una persona come me fa nella fine del 2022 sedendosi davanti al suo computer stanno per diventare preistoria utilizzando strumenti di questo genere.

Parliamo ad esempio di scrivere in una frase un concetto che hai in mente (astratto o iper dettagliato) e ti vengono restituite immagini di una qualità impressionante (ecco, a questo punto della scrittura ho cominciato a chiedere dettagliatamente a Midjourney di realizzare l’immagine di copertina che vedi, poi ti dico in fondo) oppure usare un assistente che riesce a darti informazioni specifiche su un argomento, riassumere dei concetti specifici da un testo, persino inventarsi il testo di uno specifico annuncio pubblicitario o, come mi è accaduto proprio ieri, chiedergli di pianificarmi 8 giorni di un viaggio in treno all’estero con tanto di orari, costi e cose da vedere.

Credimi, vedere un computer far questo è assurdo (ad oggi) e si ha la strana e inedita sensazione di avere tantissime persone che in un attimo riescono a interpretare una richiesta, fare accurate ricerche e darti una soddisfacente risposta.

E di una qualità enorme, umana, potremmo dire. Ed è proprio da qui che sento il mugugnare…

Vogliamo parlare del problema mediocrità, artificiale e…umano?

Se la parte follemente entusiasta che risiede in me ha solo da fare proclami su una nuova era informatica a dir poco strabiliante (sto passando giorni pensando a sviluppi ipotetici, anzi, se te ne vengono in mente gioca anche tu e scrivimeli), d’altra parte non si può rimanere impassibili davanti a quella posizione, permettetemi a volte un po’ troppo radical chic, di chi pensa che tutto questo sia una follia, un’accusa alla creatività, alla libertà di espressione, al pressappochismo e che dilania il suo cuore al grido del: “IO SI che conosco cosa sia il vero lavoro!”

Ok, vieni qui, parliamo un secondo.

È comprensibile, e accettabile, essere preoccupati per un cambiamento che si farà spazio al grido di: “questo rimpiazzerà X (al posto di X metti il tuo mestiere che per anni hai fatto con studio, dedizione e sacrificio).

E accetto di gran lunga l’idea che far mixare ingredienti diversi ad una macchina non sempre sappia di tutta questa “autenticità”; a dire il vero molte cose (per ora) scritte o realizzate dall’Intelligenza Artificiale fanno quantomeno sorridere per errori visivi o strutturali.

Ma è solo una questione di tempo, e qui il terzo incomodo nel non capire questo click epocale potresti essere tu.

La potenza sempre più sbalorditiva delle macchine che abbiamo non potrà essere sempre isolata al fare selfie o mettere like a video scemotti. Siamo vicini a vedere il tuo computer prendersi cura dei parametri vitali di un essere umano meglio di un medico, siamo vicini ad una AI che sappia crearti una pubblicità meglio di un team di grafici, fotografi e copyrighter, siamo vicini a officine meccaniche con interventi fatti da macchine e musicisti che si fanno produrre un pezzo da un dispositivo da zero.

E possiamo fare mille esempi a cui ora nemmeno pensiamo (hai detto legali, commercialisti, manutentori, chef, video editor, piloti?) ma che troveranno particolare confusione nel vedere tutto questo.

Il punto però è che qui non stiamo facendo luce su un problema dato dalle macchine, ma dato dagli esseri umani stessi che si sentono derubati delle loro capacità.

Il professionista che domani sarà rimpiazzato da una macchina deve realizzare che lui stesso è il risultato di una mole di dati interpretati nel tempo, e purtroppo adesso si inizia a percepire come mai prima chi il proprio mestiere lo faceva con una grande dose di pressappochismo e chi continuava a innovare, chi si parava dietro la sottile cortina del “lo sappiamo fare solo noi del mestiere” e che ora guarda con disappunto un nipotino asfaltarli con l’uso di un telefono.

L’estinzione a cui stiamo per assistere è quella della mediocrità percepita, perchè per quella non ci sarà più alcuno spazio.

La base di partenza per ogni tipo di professionalità verrà data proprio da questi strumenti, e la cosa migliore che chiunque possa fare è comprendere ORA che impatto potranno avere nell’immediato futuro piuttosto che rallentare processi più che solidi al grido della discesa in piazza. Quello che oggi viene fatto pagare come il sacro sapere dato a te e pochi eletti, domani verrà realmente fatto in pochi istanti.

Quindi, che si fa?

E qui veniamo a Christopher Walken.

Ma che ne sa l’AI della mixologia in carne e ossa?

Mentre buttavo giù queste due riflessioni mi sono imbattuto in una canzone, o meglio un video, che adoro per il suo concept. Si tratta di Weapon of choice di Fatboy slim ft. Bootsy Collins, creato nel 2001. Guardalo prima di continuare:


Questo è quello a cui dobbiamo lavorare, sintetizza perfettamente il punto. Guarda che bel mix è stato fatto qui: il grande Christopher Walken, attore ben noto per altre interpretazioni, che vediamo per quasi 4 minuti danzare nella lobby di un hotel deserta.

Potrebbe essere pronosticabile da zero, pur immettendo dati ben precisi su quello che vorremmo, da un’intelligenza artificiale?

Decisamente no, e nasce tutto da quello che da sempre è il motore della creatività: la singolarità.

Questo è il risultato di menti raffinate con differenti background che vanno a mixarsi per un risultato sorprendente, emozionante, non scontato.

Chissà, forse un domani ci darà anche l’improvvisazione, ma non esisterà mai un computer con una propria sensibilità, diversa da quella di un altro.

Il punto è che le macchine, che non si sono generate da sole, elaborano alla grande dati che noi gli diamo. Quindi siamo sempre noi a utilizzare modi nuovi con cui questi dati ci vengono forniti, elaborati e presentati per arrivare prima nella strada della rilevanza. Quest’ultima viene intrapresa solo quando menti diverse elaborano quelle informazioni insieme, poco importa se il primo step l’avrà fatto una serie di dati.

Ok. E mo’ che si fa?

Si studia, come sempre di questi tempi.

Dobbiamo capire subito come usare in maniera saggia questi strumenti, come poter accompagnare altre persone ad utilizzarli, come costruire una nuova professionalità arricchita da tutto questo piuttosto che impoverita dalla frustrazione. E soprattutto, abbiamo l’opportunità più unica che rara che sacrificare felicemente le ore dedicate a scartoffie e perdite di tempo al gusto di conoscere e mixare la nostra visione con altri esseri umani per creare qualcosa di unico. How exciting!

Illustrazione di un gruppo di creativi durante una sessione di brainstorming nella natura

ps. Ho chiesto a Midjourney, di creare l’immagine che vedi, prendendo in considerazione proprio il buon Walken nel video e modificandola da un’altra prospettiva, quella in cui lui, rappresentante dell’estro umano, danza nell’immobilità delle macchine.

pps. Il video di cui ti ho parlato è curiosamente di Spike Jonze, grandissimo creativo noto per essere il regista di un estremamente lungimirante lungometraggio proprio sugli effetti dell’AI sulla vita personale, HER.

pps. ho chiesto ad un AI di creare anche le altre immagini che vedi nell’articolo, la didascalia corrisponde alla descrizione che gli ho fornito.


Sull’autore del contenuto: Grazie per aver letto questo articolo! Sono Michea Savino, mi occupo di scrittura e produzione di contenuti rilevanti per persone, aziende ed organizzazioni. Se vuoi conoscere qualcosa in più su di me clicca pure qui.

Designer, founder of the Digital company Ex Design Studio.